FTX, il secondo più grande exchange di criptovalute, dichiara il fallimento, due miliardi di dollari sono spariti nel nulla e l’AD è scappato all’estero.

La parola “criptovaluta” si sta facendo sentire sempre di più, per molti è già conosciuta ma per altri no, quindi partiamo analizzando i termini che la compongono. Con il termine “cripto” o “critto”, intendiamo tutto ciò che è nascosto o coperto, basti pensare alla crittologia, la disciplina che si occupa delle scritture nascoste; mentre il termine “valuta” si utilizza per indicare un’unità di scambio che ha lo scopo di facilitare il trasferimento di beni o servizi, e più comunemente assume la forma di moneta.

Il significato letterale composto è dunque quello di “moneta nascosta” .

E in effetti la criptovaluta è una moneta digitale che, a differenza delle monete tradizionali, non esiste in forma fisica e non è controllata né gestita da alcuna autorità centrale. Nonostante ciò, tutte le transazioni sono registrate in un grandissimo database online che utilizza un sistema di codifica avanzato per la memorizzazione e la trasmissione dei dati, quindi nessuno sa da chi e da dove è avvenuta la transazione. Lo scopo di questa crittografia è quello di garantire protezione e sicurezza.

Il Bitcoin, fondato nel 2009, è stato la prima criptovaluta e, ad oggi, è la più popolare. Il motivo principale dell’interesse verso le criptovalute è il desiderio di fare affari e la presenza di speculatori talvolta determina un aumento vertiginoso dei prezzi. Pensiamo all’aumento eccezionale proprio del bitcoin. Il primo tasso di cambio del 5 ottobre 2009 aveva stabilito un valore di 1309,03 Bitcoin per 1 dollaro: 1309,03 BTC = 1 dollaro. Nel 2010, invece, un Bitcoin valeva già 10 centesimi, facendo registrare un aumento del 1000% rispetto al 2009. Il picco massimo raggiunto dal Bitcoin è di 1 BTC ossia ben 64.800 dollari, in data 11 dicembre 2021.

Negli ultimi giorni si sta parlando molto di criptovalute, questo perché la speculazione attorno a questo mondo sale sempre di più, portando alla creazione anche di nuove monete digitali, nella speranza di replicare il sogno a occhi aperti di chi nel 2009 ci aveva creduto e oggi si è ritrovato miliardario.

Ma come converto i miei Euro in criptovaluta? Attraverso dei software chiamati “exchange”.

La prima impressione che danno è quella di un sito di trading pieno di numeri e grafici, ed effettivamente è così, sono siti di trading, ma trading di criptovalute.

Chiunque abbia raggiunto la maggiore età può registrarsi e iniziare a comprare valute digitali, con il rischio (anche!) di perdere tutto nelle settimane successive all’acquisto. A molti questo mondo ha cambiato la vita, ad altri è andata male, ad altri ancora stava andando bene ma poi tutto è crollato in un soffio: il mondo cripto è molto volatile e per questo bisogna stare attenti e scegliere l’exchange giusto e con un minimo di garanzie.

Fino alla settimana scorsa, i due maggiori exchange per garanzie, numero di utenti e transazioni, erano “Binance” e “FTX”. Il logo del primo è stampato in bella mostra sulla divisa della squadra S.S. Lazio, di cui è primo sponsor, il secondo invece potevamo osservarlo su molti circuiti di Formula 1 e sulle macchine da gara della Mercedes.

Perché “potevamo”?

Perché FTX, il secondo exchange al mondo, venerdì scorso ha dichiarato bancarotta dopo aver evidenziato un buco di bilancio di 8 miliardi di dollari e non essere riuscita a trovare un “cavaliere bianco” disposta a salvarla. Il creatore Sam Bankman Fried a quanto pare è fuggito in Argentina o alle Bahamas. A salvarla ci ha provato, per qualche ora, il rivale Binance, il più grande operatore al mondo nel settore intenzionato a rilevarla, ma dopo aver guardato meglio i bilanci è scappata a gambe levate. La Casa Bianca ha fatto sapere di stare monitorando il tracollo di FTX, e ritiene che la sua bancarotta confermi la necessità di regole più stringenti per il settore. Nello stesso senso si è espressa la segretaria al Tesoro, ed ex governatrice della Federal Reserve, Janet Yellen che ha anche rimarcato come la vicenda mostri la debolezza dell’intero mondo delle valute digitali.  

La situazione di FTX è diventata insostenibile dopo una crisi di liquidità dovuta al ritiro di miliardi di fondi da parte dei clienti. Dietro le quinte, infatti, la piattaforma di exchange avrebbe iniziato a utilizzare i sostanziosi fondi provenienti dai clienti per finanziare operazioni rischiose di Alameda Research, una società di valute digitali fondata dallo stesso Bankman-Fried. Il cui capitale risulterebbe composto per la maggior parte da “token FTT”, una criptovaluta creata dalla stessa FTX. Quando queste operazioni sono venute a galla, è iniziato il tracollo.

Fondata nel 2017 e gestita da Caroline Ellison, Alameda Research all’inizio guadagnò milioni di dollari. FTX e Alameda erano strettamente collegate e, come riporta il New York Times, in un incontro con i dipendenti di Alameda avvenuto mercoledì scorso, Ellison ha spiegato cosa avrebbe causato il crack. Con la voce tremante, si sarebbe scusata confessando che negli ultimi mesi la società attiva nel mondo cryptovalutario dal 2017 avrebbe contratto prestiti e utilizzato i suoi fondi per fare investimenti in capitali a rischio. Questa primavera, quando il mercato delle criptovalute ha subito un crollo, ha spiegato la ex trader, i finanziatori si sono mossi per chiedere indietro quei prestiti, ma i fondi che Alameda aveva speso non erano più disponibili, quindi la società ha deciso di utilizzare i fondi dei clienti FTX per effettuare i pagamenti.

Tra i più colpiti di questa crisi ci sono gli utenti stessi, ma specialmente i dipendenti FTX. Secondo la tabella di capitalizzazione, i dipendenti di FTX detenevano ad agosto 20.858.124 azioni, ovvero circa il 3% del capitale azionario, per un valore di 950 milioni di dollari. Ora sono probabilmente senza alcun valore. Avranno mai indietro quei soldi? Bankman-Fried ha chiarito le sue priorità: prima gli utenti, poi gli investitori e infine i lavoratori.

Il crack della piattaforma di Sam Bankman-Fried ha creato un terremoto nel mercato delle criptovalute, rischiando di innescare un effetto domino nel settore. Le altre borse di criptovalute sono corse ai ripari, cercando di rassicurare gli investitori sulla stabilità delle proprie piattaforme di scambio. Il ceo di Binance ha annunciato il lancio di un fondo per aiutare le aziende del settore delle criptovalute alle prese con crisi di liquidità a ridurre “gli effetti negativi a cascata” del crack di FTX. Contribuisce al recupero anche il tweet di Elon Musk che, a chi gli chiedeva un parere sul futuro del Bitcoin, ha risposto così: Ce la farà, ma potrebbe essere un lungo inverno.