Il 13 luglio scorso il colosso dello streaming Netflix ha annunciato che introdurrà un nuovo piano di abbonamento sulla propria piattaforma, che avrà un costo inferiore rispetto a quelli attuali, ma sarà sostenuto in parte dalla pubblicità.
Come mai questa scelta?
L’intenzione di Netflix di introdurre la pubblicità nei propri servizi era stata annunciata già ad aprile di quest’anno come parte di un piano per risollevarsi dopo un primo trimestre disastroso. La perdita di 200mila abbonati che si è registrata tra gennaio e marzo 2022, oltre a provocare un drastico calo in borsa, ha infatti indotto l’azienda a intervenire su diversi punti, licenziando anche 150 dipendenti per ridurre i propri costi.
Il secondo trimestre Netflix ha riportato l’uscita di ben un milione di abbonati, registrando la più grande perdita di iscritti nella storia della piattaforma. Un duro colpo, dopo dieci anni di bilancio in positivo. Tuttavia il rapporto di aprile prevedeva addirittura un calo di 2 milioni di abbonati per il secondo trimestre, e averne persi solo la metà è stato interpretato come un risultato positivo, come dimostrato anche dalla crescita delle azioni del 7% al momento dell’annuncio. Netflix ha anche rassicurato i propri investitori riguardo ai prospetti di crescita dei prossimi mesi, dicendosi “ottimista sul futuro”.
Il costo del nuovo piano di abbonamento, che di questo futuro dovrebbe essere il principale protagonista, non è stato ancora rivelato, ma l’azienda ha chiarito che i piani attuali, ovvero il basic a 7,99 euro al mese, lo standard a 12,99, e il premium a 17,99, rimarranno invariati. Il servizio con pubblicità costituirà semplicemente un’opzione aggiuntiva.
Ted Sarandos, CEO di Netflix, ha spiegato così questa novità: “Abbiamo lasciato fuori dal tavolo una fetta di clienti, che sono quelli che dicono: hey, Netflix è troppo caro e la pubblicità non mi darebbe fastidio”. In sostanza si tratterebbe di una chance in più per chi vuole usufruire dei contenuti della piattaforma spendendo meno.
Non si sa ancora come verranno proposti gli annunci, anche se guardando le piattaforme concorrenti è facile immaginare che si tratterà di annunci pre-roll, ossia mandati prima della riproduzione del contenuto.
Va chiarito se sarà possibile visionare proprio tutti i contenuti presenti nell’abbonamento tradizionale. Dalle dichiarazioni di Sarandos probabilmente no, data la reticenza di alcuni studi di produzione a concedere la riproduzione dei loro contenuti all’interno del piano con pubblicità. In ogni caso, tranquillizza Sarandos “Oggi possiamo includere nell’abbonamento supportato dalla pubblicità la stragrande maggioranza di ciò che le persone guardano su Netflix. Ci sono alcune cose che non possono essere incluse e di cui stiamo discutendo con gli studi”.
Il dato certo è che questo piano debutterà a breve, probabilmente già nei primi mesi del prossimo anno, presentandosi, di fatto, come l’unico modo efficace per aumentare il parco degli utenti installati.
Quella di perdere clienti è comunque una novità cui l’azienda dovrà abituarsi velocemente. Per diversi anni Netflix ha goduto di una crescita esponenziale, rivoluzionando il modo in cui le persone di tutto il mondo fruivano di contenuti. Ora la situazione è cambiata, perché la fetta di mercato a disposizione è diminuita all’aumentare dell’offerta e della competizione esercitata da altre piattaforme. Una tra tutte, Amazon.
Micso