Aria sbarazzina, viso pulito, Adidas ai piedi per muoversi spedita tra i corridoi dell’ufficio e l’immancabile spezza-fame tra le mani, tanto che tutti si chiedono: “ma dove metterà tutto quel cibo?!”

D’altra parte ci vogliono energia, prontezza di riflessi e tacchi bassi per mantenere sempre tutto il controllo, e il controllo, per Annarita, è fondamentale. Organizzazione, diplomazia e super-udito i suoi punti di forza, capaci di diventare, se ben assemblati, un mix esplosivo!

Tutto sotto controllo!

“Mi occupo, insieme al mio collega Gianluca, della gestione commerciale dei clienti business. Oltre alle nuove attivazioni, svolgo attività di customer care e retention verso i clienti a partita IVA. Parallelamente, ho un ruolo di supporto ai nostri partner di zona.

Un lavoro multisfaccettato, molto incentrato sul team, che ha messo in luce i miei punti di forza, come il metabolismo veloce! Scherzi a parte, vengo da un background professionale che non mi ha risparmiato scossoni. Dopo la laurea in scienze della comunicazione, ho lavorato per 11 anni nel settore dentale, in uno di quei ruoli-jolly in un cui ho spaziato tra customer service, formazione, eventi, affrontando trasferimenti in altre città e imparando una malleabilità al cambiamento che sarebbe stata, poi, la mia ancora.

Quando questa esperienza si è chiusa per una riduzione del personale, mi sono rimessa in gioco nel settore, aprendo una partita IVA come agente di commercio. Altro giro, altra corsa: una nuova vita, questa volta itinerante, che mi ha fatto scoprire lati inediti di me (come il senso dell’orientamento!) e che ho svolto fino a quando sono diventata mamma! È stato il mio terzo inizio, il più straordinario e imprevedibile che potessi vivere! E dopo pochi mesi dalla nascita di mio figlio, ho visto l’annuncio di un’azienda che cercava una figura commerciale che…avrei potuto essere io e ho deciso di tentare!

Sono entrata in Micso nel 2019, quando Tommaso Maria aveva solo 6 mesi e in un settore completamente nuovo. Proprio durante la mia formazione una pandemia globale ci ha messi di fronte ad un lavoro gigantesco, in un terreno per me ancora parzialmente inesplorato. È stato un periodo duro ma altamente formativo che oggi mi rende orgogliosa. Dopo la fine dell’emergenza, tornati tutti in sede, c’è stata una vera e propria ricostruzione, personale e di reparto, che mi ha permesso di farmi conoscere meglio dai miei colleghi e di essere parte, finalmente, di un team solido, collaborativo, che rappresenta esattamente il mio ideale professionale.

Amo lavorare in squadra, non ho predisposizione alla competizione fine a sé stessa, anzi credo che un progetto condiviso dia sempre un risultato più potente della somma degli impegni individuali, con un valore aggiunto fondamentale: il confronto. Sentirsi reciprocamente compresi è essenziale per lavorare bene, e sono felice di poter dire che nel nostro ufficio questo arriva, ed è prezioso.

Il mio carattere può apparire spigoloso, perché sono pignola, iper-organizzata, a volte permalosa, con una leggerissssima tendenza al promemoria…segnarmi le cose e ricordarle agli altri, lo ammetto,  è sempre stato il mio modo per placare l’ansia di perdere il controllo. Preferisco organizzare tutto, dalle riunioni ai regali di compleanno, alle gite fuori porta, piuttosto che non sapere come andranno e-sat-ta-men-te le cose.

Ognuno ha la sua psicosi, si dice, e la mia è particolarmente complementare a quella del mio collega Gianluca: lui creativo e spumeggiante, io, razionale e iper-pianificata, che al costo di qualche sfottò gli ricordo costantemente riunioni e appuntamenti. Una perfetta coppia professionale, no?

C’è un insegnamento della mia famiglia, in particolare del mio papà, che ho interiorizzato come un mantra: “la notte devi poter dormire tranquilla”. Un modo gentile per ricordarmi di restare sempre una brava persona. E io mi ci impegno, ci provo, e se qualche pensiero di notte mi tiene sveglia, lo considero un punto da cui ripartire domani. Questa piccola frase del cuore mi accompagna sempre, anche con mio figlio Tommaso Maria di 4 anni.

Lui è il mio specchio, perché è molto simile a me, e infatti è pignolo, non si accontenta di risposte facili: per dormire tranquilla devo trovare quelle giuste, e non è sempre facile per noi adulti.

Vorrei che crescesse forte e appassionato, capace di amare e rispettare le donne, ottimista ma consapevole dei doni e delle salite della vita. C’è una parola giapponese che ho tatuato sul braccio qualche tempo fa:  hanami. Rappresenta la gioia degli inizi, dei ciliegi in fiore, ma anche la rinascita dopo il buio. Un sussurro di consapevolezza a resistere, e a saper riconoscere la felicità, quando arriva, perché è fatta di attimi che vanno goduti appieno.

Per esempio con un bicchiere di vino, gli amici di una vita, un tramonto dalla collina della mia casa in campagna. Sì, ho scelto la vita campestre ristrutturando, con mio marito Marco, un casolare immerso nel verde, da cui si vede tutta la vallata del mio paese d’adozione, Città Sant’Angelo. Un sogno che mi ha fatto guadagnare il titolo, ironico, di Regina del Contado, che tutto osserva dalla sommità del suo cocuzzolo. E se non è controllo questo…”