Mente geniale nel corpo di un ragazzino, sorriso timido e occhiale nerd d’ordinanza, Francesco, ma per tutti Sugo, è il nostro insostituibile amministratore di sistema.
Sugo gestisce l’intera infrastruttura dei server MICSO, monitora il loro stato ed effettua tutte le operazioni di configurazione, implementazione, monitoraggio, controllo, messa in sicurezza, backup e ripristino degli apparati di rete. Un lavoro complesso e sfaccettato che lui esegue con grande cura e attenzione ai dettagli. È, potremmo dire, l’angelo della server farm. Colui che permette all’azienda e a tutti i suoi clienti di navigare in acque tranquille.Caustico e sferzante, con il suo aplomb (poco) british e la sua ironia irriverente, è il narratore sui generis di tutto ciò che accade in ufficio, l’osservatore silenzioso e implacabile, il nerd solo apparentemente timido che sa rendere la sua presenza, oltre che indispensabile, decisamente irresistibile per i colleghi.
Sugo, l’angelo dei Data Center
“Sono un laureato in Scienze della Comunicazione un po’ atipico, perché alla voce ho sempre preferito altri mezzi espressivi. Il mondo informatico è uno di questi. Qualcuno pensa sia freddo, fatto di numeri e regole stringenti, ma in realtà è un vero e proprio linguaggio, che va studiato, compreso e soprattutto interpretato, spesso con una buona dose di creatività.
Il mio lavoro in fondo sta proprio lì: osservare stringhe di log ed essere in grado di capire in anticipo cosa sta succedendo per intervenire tempestivamente, che si tratti di aggiornare sistemi, configurare nuovi servizi o prevenire un disservizio o un attacco informatico. Mi capita anche di essere in contatto con le autorità per il controllo di attività potenzialmente illecite, come truffe online, e il mio compito è proteggere sempre i nostri utenti. Per farlo, però, bisogna interpretare a fondo i dati che hai di fronte, pensare in modo laterale, come fa un hacker.

Una parola – hacker – usata impropriamente in modo negativo, ma che in realtà, nella sua accezione originaria, sta ad indicare la capacità di migliorare velocità ed efficienza dei software utilizzando le proprie conoscenze di programmazione in modo libero e non convenzionale.
Il mio lavoro è un po’ così, un lavoro di intuito e interpretazione assimilabile, se vogliamo, a una forma d’arte.
Come la musica, altra mia grande passione. Suono la chitarra da quando avevo 14 anni. Per me è stata una scoperta poter esprimere liberamente me stesso con le note anziché con le parole.
Non sono bravissimo a prendermi sul serio, e se oggi riesco a pensare fuori dagli schemi è anche merito di un ambiente di lavoro che, promuovendo molto i rapporti umani, è il contraltare più allegro e distensivo che un tipo riservato come me potrebbe sperare, e che mi permette di avere un approccio ironico alle cose di tutti i giorni. La vita d’ufficio, così come quella privata, confluiscono poi tutte nel mio blog, che aggiorno da più di 10 anni. Lì riesco a dare valore alla parola scritta, annotando sensazioni e pensieri, ed è un po’ come fare il backup dei miei ricordi: mi piace poterli ripescare anche dopo anni, scoprire dove mi hanno portato, unire i puntini della vita.”