Il suo timbro di voce, così riconoscibile, fa pendant con l’espressione stralunata e l’irresistibile caschetto color carota: Maia assomiglia a un folletto, ma di quelli buoni, quelli che sanno aggiustare le cose rotte.

È un po’ la mascotte della Micso, per la sua giovane età e la sua aria all’apparenza timida. In realtà ha carattere da vendere, e una volontà di ferro!

La vita è un gioco pieno di sfide

“Mi sono diplomata in informatica e, subito dopo, ho trovato lavoro in Micso. Qui aiuto i clienti a risolvere problemi o ad avere chiarimenti sulla loro connessione, e provo molta soddisfazione per questo. È un lavoro che mi gratifica e che mi sta insegnando tanto.

Ero timidissima all’inizio, studiavo ogni giorno per non farmi mai trovare impreparata ma in questo lavoro è davvero impossibile sapere tutto, molte cose le impari solo quando si presenta il problema.  

Allora, quando ho dei dubbi sulla procedura da usare, metto in pausa e mi confronto sempre con la mia responsabile Agostina, che non mi ha mai lasciata da sola. Sto imparando molto più da lei che sui libri, e più imparo e più mi rendo conto di quanto ancora c’è da sapere. Prima evitavo di esprimere opinioni, stavo in silenzio, credevo che gli altri avessero cose più interessanti da dire, ora ho capito come ci si sente a sapere davvero qualcosa, ed è bellissimo! Non ho più paura di dire quello che penso. Anzi! Voglio pensarne sempre di più e su più cose, e per questo posso solo… saperne sempre di più, mettendomi in gioco continuamente.

Un’altra “scuola” per me è stato il rapporto con i clienti. Parlare con loro, una telefonata dopo l’altra, mi ha dato una grossa mano ad affrontare la mia timidezza e trasformarla in empatia, almeno spero!

Le persone vicine mi dicono che sono brava ad ascoltare, e questa capacità sicuramente si è allenata molto da quando lavoro in Micso. Ma c’è un’altra cosa che forse mi ha aiutato a capre le persone: la mia folle passione per i videogiochi. Detta così sembrerebbe non avere molto senso, perciò mi spiego meglio.

Ho studiato da programmatore e il mio sogno è quello di poter, un giorno, dare vita ad un game completo, dalla sceneggiatura, per così dire, alla vera e propria programmazione. Solo che io non amo i giochi classici, quelli competitivi… io adoro le Visual Novel, che sono vere e proprie storie romanzate dove non c’è chi vince o chi perde, ma chi crea il destino unico e irripetibile di un personaggio. Quando giochiamo una visual novel possiamo indirizzare pensieri, azioni, scelte del nostro avatar, e guardare cosa succede nella sua vita, quali sono le conseguenze di quelle scelte. E se quello che vediamo non ci piace, possiamo tornare indietro e cambiare il suo destino. Non male eh?  

Ho macinato decine di queste storie romantiche, e imparato che, a volte, le scelte che sembrano all’apparenza le migliori si rivelano vere fregature. Come il ragazzo perfetto scelto dalla protagonista, forte e sicuro di sé, che poi, girato l’angolo, si trasforma in un tipo molto poco affidabile. E magari nella fretta di un click non le abbiamo permesso di notare il tipo in disparte che la guarda da un angolo della stanza…

Ecco, anche questo mi è stato utile per capire che l’ascolto, l’osservazione, la pazienza sono tutto per potersi fare un’idea delle persone. Mai giudicare un libro dalla copertina! Se poi non si giudica proprio è anche meglio… Questo aspetto lo riporto anche nel mio lavoro: non potrei mai avere la pretesa di capire che problema sta denunciando il cliente se prima non ascolto attentamente quello che dice, e ancora meno ho la pretesa di risolverlo senza aver vagliato tutte le alternative o, per i casi più importanti, chiesto un parere ai miei responsabili.

Per fortuna che qui siamo davvero come una famiglia. Non potevo chiedere di meglio dalla mia prima esperienza lavorativa! Siamo amici, ci aiutiamo e ci supportiamo, e da quando sono qui sono cresciuta tanto. Pensate che sono anche andata anche a convivere! Chi l’avrebbe mai detto, che a 21 anni sarei uscita dal nido… Io e il mio ragazzo avevamo una relazione a distanza, Pescara – Biella, una relazione difficile per cui mi sono battuta tanto, e ora, come in una favola, lui ha trovato lavoro nella mia città e si è trasferito da me. Ed è anche bravo a cucinare!

La perseveranza mi ha premiata, e la ragazzina insicura di qualche anno fa si sta trasformando in una farfalla desiderosa di scoprire il mondo.

Forse il gioco migliore lo sto facendo con la mia vita, e senza bisogno di tornare a nessun bivio!