Alla vista del bloc-notes su cui appuntare l’“intervista di staff”, scuote la testa e prova a ritrarsi, sgranando gli occhioni da cerbiatta. Ad Amélie, come la chiamiamo qui, non piace stare al centro dell’attenzione. Lei preferisce fare la differenza dietro le quinte.
Pugliese di nascita e pescarese d’adozione, Amelia è la nostra scrupolosa contabile. Dalle sue mani passano gli incassi, le registrazioni delle fatture d’acquisto, gli estratti conto delle banche e, più in generale, tutto il corpus della fatturazione passiva, ossia ciò che riguarda i documenti emessi dai nostri fornitori.Oltre a questo, insieme alle colleghe amministrative, ha mansioni di customer care, aiutando i clienti che chiamano per informazioni e assistenza nei pagamenti.
Il meticoloso mondo di Amélie
“Il mio lavoro è fatto soprattutto di scadenze: fatture da registrare, movimenti bancari da controllare, estratti conto da verificare. La mansione perfetta per il mio carattere preciso e meticoloso. Tutto deve essere in ordine, frazionato di giorno in giorno per arrivare a gestire tutto nei tempi giusti e prevedendo anche eventuali imprevisti.
Quando arrivo la mattina in ufficio ho già tutto organizzato. Amo l’idea di “mettere ordine” nelle cose, ed è anche ciò che considero più sfidante. Quando i dati coincidono, o quando li faccio coincidere rimettendo tutto in linea, mi sento bene. Suonerà strano, forse un po’ compulsivo, ma la verità è che questo aspetto della mia professione mi pacifica davvero, forse perché assolve alla mia atavica esigenza di controllo.
Ho sempre amato il rigore, l’approfondimento, lo studio metodico per ottenere risultati duraturi e di valore. Ho studiato pianoforte per anni, fino al bivio professionale e, anche se poi ho scelto un’altra strada, questo rigore mi è rimasto dentro. E rigore non significa rigidità, tutt’altro. Significa avere gli strumenti per suonare le partiture più complesse. Pensate alle mani di un pianista: mentre l’una si muove rapidissima e impazzita, l’altra danza lenta, ma decisa. Il risultato è una musica perfetta. Ma quanta fatica, e quanto studio, per arrivare a plasmare le tue dita a movimenti diversi e contemporanei, per arrivare a rendere leggero e naturalissimo ciò che per natura sembra scontrarsi. È ciò che chiamiamo armonia.
E, sul lavoro, qualcosa che ha molto a che fare con il multitasking.
Saper fare tutto e bene, anche ciò che non mi compete direttamente, è un po’ il mio pallino. Vedo la mia crescita professionale legata a questo, all’arricchimento del mio bagaglio di conoscenze, prima che ad un avanzamento di carriera.
In Micso sto benissimo, adoro l’ambiente giovane e familiare e le amicizie che ho coltivato qui, prima tra tutte Candida, che al mio arrivo è stata per me quasi una seconda mamma. È importante avere una spalla, una persona su cui contare, anche in ufficio dove passiamo un terzo della nostra vita! Lavoro insieme a tante donne, e qui sorellanza e competizione si alternano, ma è bello così. Anche la rivalità serve a stimolarti a fare sempre meglio.
Sì, sono sempre controllata, presente a me stessa, ma se voglio staccare la spina (solo per un po’) mi lascio trasportare dalla musica, che adoro, e dai balli caraibici, che mi fanno sentire viva, liberandomi dai pensieri negativi.
C’è solo una persona che, finora, è riuscita e regalarmi il compromesso dell’imperfezione: la mia bambina di un anno e mezzo. Mia figlia ha cambiato tutto il mio mondo. Ero un po’ egoista, concentrata sullo star bene io per prima, preoccupata che tutte le caselle della mia vita combaciassero perfettamente…e poi all’improvviso… un terremoto di emozioni, caos, condivisione e rinunce che non mi hanno mai resa più felice. Lasciar andare: questo mi ha insegnato la mia Carol, e devo dirvi la verità, non è poi così male. A patto di riprendere subito il controllo!”