Sorriso aperto e sguardo sornione, Gianluca è uno dei nostri commerciali più intraprendenti, specializzato nei progetti taylor made per l’area business.
Impossibile non essere travolti dalla sua simpatia e dall’entusiasmo contagioso, ma non lasciatevi ingannare: sul lavoro è rigoroso ed attentissimo alle esigenze dei suoi clienti!Business di successo? Un “gioco” da ragazzi
Ogni cliente per me rappresenta una sfida diversa, unica e coinvolgente, ed è la parte che più amo del mio lavoro: costruire un progetto su misura, un mattoncino dopo l’altro.
Questo significa fare un gran lavoro preliminare, ascoltare i bisogni dell’azienda e aiutare il cliente a capire di cosa ha davvero bisogno, portandolo a riflettere anche su necessità che non sapeva di avere.
Stabilite le esigenze da cui partire, si passa alla fase progettuale, e quindi al lavoro di squadra, che è la cosa che più mi entusiasma! Mi piace confrontarmi con i miei colleghi, i tecnici, gli ingegneri, i progettisti e trovare insieme la formula più giusta per soddisfare le aspettative del committente.
Quando andavo all’università (non molti anni fa!) “lavoro di squadra” significava preparare un esame insieme, ma l’obiettivo era sempre il risultato individuale.
Qui invece si lavora insieme per un risultato corale, che è una forza a sé, un’unione di professionalità che porta a un effetto unico e potente, non spiegabile con la somma del lavoro dei singoli. Per me è stata un’evoluzione.
E poi c’è la mia grande passione: il gaming. Può sembrare strano ma anche il gioco, così come l’esperienza universitaria, può insegnare qualcosa di utile alla vita professionale.
Si può giocare per il gusto di farlo, o si può giocare per salire di livello, come accade nelle partite cosiddette “classificate”, dove si dice: se sei forte sali! E per salire non funzionano le scuse, serve autocritica. Rivedere le tue partite per capire dove hai sbagliato è fondamentale per essere migliori la prossima volta. Lo tengo sempre a mente anche sul lavoro: niente giustificazioni, solo un’analisi lucida di com’è andata perché, domani, vada ancora meglio.
C’è un termine, noto ai giocatori incalliti come me: è il termine “carriare”, utilizzato quando un giocatore si fa aiutare da qualcuno più forte per risalire in classifica. Ecco, le partite si possono vincere o perdere, ma ciò che conta di più è il tuo contributo al risultato, se sei stato in prima linea o sei stato “carriato”. È questo l’obiettivo che mi pongo ogni giorno quando entro in ufficio: avere la forza non solo di partecipare, ma di essere motore del risultato. Soltanto in questo modo sei in grado di spiccare in partite difficili, dentro uno schermo o nella vita vera. E quando succede e il risultato ti ripaga dell’impegno e della passione che ci metti, è davvero esaltante!
E hai voglia di tuffarti subito dentro un’altra partita.”