Connettersi a Internet è un gesto semplice. Ti colleghi alla rete WiFi di casa, apri Instagram e navighi tra un reel e un altro, tra una ricetta sulla vera carbonara e un video sui gattini. Ma quando qualcosa va storto, o è il momento di aggiornare i tuoi dispositivi, ti sei mai chiesto cosa fanno effettivamente tutte quelle piccole scatole nere o bianche all’interno della casa che ci permettono la navigazione?
In effetti, ci sono così tante diverse apparecchiature informatiche che può essere molto facile per i clienti finali rimanere confusi dalla reale funzionalità di ogni singolo dispositivo.
Una delle domande che vengono poste frequentemente a noi tecnici Micso, ad esempio, è quale sia la differenza tra un Access Point (AP) WiFi e un router.
Cos’è un router?
Cominciamo dalla base. Il router (dall’inglese, “instradatore”) serve a mettere in comunicazione più reti, incanalando in modo corretto il traffico nella rete. Rilascia, inoltre, ad ogni dispositivo collegato ad Internet (cellulare, PC, TV, tablet ecc.), un indirizzo IP privato, ovvero una stringa di numeri separati da punti (es. 192.168.1.38) che ha il compito di identificare ogni singolo apparato collegato a una rete informatica. Per semplificare, è “l’indirizzo di casa” di ogni dispositivo domestico connesso ad internet.
Cos’è un Access Point WiFi?
Prendiamo il nostro cellulare, abbassiamo il menu a tendina della schermata iniziale, clicchiamo sul simbolo del WiFi e il nostro dispositivo si collegherà automaticamente ad una rete già salvata in precedenza oppure comparirà una lista di reti WiFi disponibili a cui collegarsi. Un AP WiFi è dunque quell’apparecchio, installato all’interno dell’abitazione, (letteralmente un punto di accesso wireless), che permette ai nostri dispositivi (pc, tablet, cellulare) di connettersi ad una rete locale X (tipicamente la nostra rete domestica, come Micso WAdsl), chiamata in gergo tecnico “SSID”.
Nel caso delle linee internet via cavo, può coincidere con il router principale.
La pandemia, i vari lockdown, la permanenza prolungata nelle quattro mura di casa e il conseguente uso massiccio della connettività causa DAD e smartworking, ha portato ancor di più alla luce gli angoli bui non coperti dal WiFi casalingo. Non avere tutte le zone dell’abitazione coperte dal segnale WiFi può comportare, per esempio, buffering durante lo streaming e l’on-demand (immagini che si bloccano), video-chat che si sgranano o si interrompono e prestazioni generalizzate ridotte.
Infatti, un’altra domanda posta sovente a noi tecnici è: come estendere il segnale WiFi all’interno della casa? Dipende.
Extender, powerline o rete Mesh?
Fermo restando che, tecnicamente, la soluzione più adeguata per avere una connessione il più stabile possibile e ramificata in tutto l’ambiente, è il cablaggio, ossia trasporto fisico dei dati attraverso il cavo ethernet, powerline,range extender e rete mesh sono modi diversi di estendere la rete all’interno di un’abitazione quando non c’è possibilità o si preferisce evitare il passaggio dei cavi. Vediamoli nel dettaglio.
L’extender o amplificatore di segnale è un ripetitore che intercetta il segnale WiFi principale, crea una seconda rete (SSID) e ritrasmette il segnale, via onde radio, nei punti di casa difficilmente raggiungibili dalla fonte di segnale wireless primario (a causa di mura spesse o di cemento armato all’interno della struttura ad esempio). Di solito questi apparecchi si posizionano lì dove il segnale WiFi è più debole; così facendo però, l’estensore di segnale raccoglie un segnale già degradato e lo ritrasmette con quella determinata potenza.
È stato il primo dispositivo creato con questa funzionalità, per anni l’unica soluzione per coprire le “zone d’ombra” all’interno di un ambiente ma, nel tempo, altre tecnologie hanno preso piede perché meno dispersive. In poche parole, l’extender riesce ad estendere il segnale ma non ad amplificarlo.
Un’alternativa alla trasmissione del segnale WiFi è l’utilizzo di una powerline (dotata di due moduli, uno collegato all’AP principale e uno nella zona dove non si raggiunge il segnale). La nota positiva delle powerline è che trasmettono il segnale attraverso i cavi elettrici dell’infrastruttura abitativa, il che permette il minimo della dispersione del segnale stesso, a meno che non si tratti di una rete elettrica di vecchia data che comprometterebbe le performance della rete interna. E’ l’ideale quando ci interessa coprire una zona specifica, seppur lontana, della casa (ad esempio la soffitta o il garage) perché non necessita di far rimbalzare il segnale su più dispositivi ma funziona in modo mirato nella nostra zona di interesse.
Esiste una terza possibilità, una tecnologia che si è diffusa negli ultimi anni: la rete mesh.
Cosa è e come funziona la rete mesh? Quali sono i vantaggi e le differenze rispetto alle altre tecnologie?
Un sistema mesh collega due o più punti di accesso WiFi (nodi) e crea e condivide un’unica rete come a formare una maglia (in inglese, mesh) di rete metallica. Ciò permette ai dispositivi di non sganciarsi da una rete per passare ad un’altra col segnale più performante mentre ci si muove all’interno della casa. È l’ideale quando si intenda coprire l’intera area abitativa, anche molto estesa, senza avere zone d’ombra.
In particolare, i punti a favore di questo sistema sono
- Scalabilità. Permette di creare una rete su misura, modulabile nel tempo. Qualora servisse una maggiore copertura, basta aggiungere una o più unità alla rete già esistente.
- Velocità. La velocità della rete mesh risulta tre volte più rapida rispetto ai normali AP WiFi grazie alla tecnologia wireless 802.11ac, che permette di distribuire una connessione senza lag.
- Semplicità d’installazione. La rete mesh può essere installata, configurata e gestita attraverso una semplice APP da un cellulare (guarda il tutorial).
Per questo motivo Micso propone i prodotti TP-Link DECO Mesh, disponibili ad un prezzo riservato per tutti i clienti, per creare la connessione WiFi su misura.
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