Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, ha ufficialmente acquistato Twitter. La notizia è rimbalzata su tutti i media, confermando (come se non lo sapessimo già!) che davvero tutto è in vendita, con le giuste “motivazioni”. Twitter ha infatti operato un deciso voltafaccia all’iniziale diniego alla proposta del miliardario sudafricano, che con l’offerta al rialzo di 44 miliardi di dollari ha finalmente ottenuto la proprietà del famoso social network, in quello che è uno dei maggiori leverage buyout (acquisto anche attraverso il debito), di una società quotata.

Twitter si appresta dunque a lasciare Wall Street e diventare una società privata interamente controllata dal miliardario visionario, che fa sempre parlare di sé, dalle idee di conquista di altri pianeti alla progettazione di sistemi informativi controllati con il pensiero. E’, insomma, quella persona che, se pensa a qualcosa di impossibile, lo rende possibile (spendendo tanti tanti soldi!).

In sole 24 ore, la scorsa settimana Musk ha annunciato un utile record per Tesla, rivelando di essersi assicurato i finanziamenti per rilevare Twitter e trovando tempo per promuovere con una serie di “Tweet” la sua Space X.

Il creatore di Twitter Jack Dorsey si è schierato con Elon Musk, esprimendogli il suo appoggio e defiendo il piano di Musk per la piattaforma “giusto, ci credo con tutto il cuore. Toglierla da Wall Street è il primo passo giusto. Elon è la soluzione singolare in cui credo”.

E allora vediamolo, questo progetto, almeno secondo le indiscrezioni trapelate su quello che potrebbe essere il piano di innovazione della piattaforma, visto che Musk non ha ancora chiarito nel dettaglio cosa farà con Twitter, limitandosi a dire che ha bisogno di essere “trasformata” e che dovrebbe basarsi su un algoritmo open-source.

A quale tipo di leadership il miliardario intenda ispirarsi non è chiaro, anche se dagli ultimi tweet sembra lasciar trapelare che il suo modello non sarà Bill Gates. Il fondatore di Microsoft è infatti di recente finito nel mirino di Musk, che lo ha preso in giro per aver scommesso contro Tesla, dipingendosi allo stesso tempo come un paladino della lotta al cambiamento climatico.  

Di sicuro c’è solo un aspetto, per quanto controverso: Elon Musk parla, per la ridefinizione del social network, di “libertà di parola”, promettendo di abbattere le barriere che rendono Twitter una piazza ancora troppo limitata.

Software oper source dunque, ma non solo. Tra le modifiche principali la funzione “edit”, che consentirà di modificare i tweet una volta pubblicati, e la lunghezza dei post, che potrebbe essere estesa ancora di più degli attuali 280 caratteri. Molto si è discusso anche della possibilità di riaccogliere gli utenti bannati, oscurati per disinformazione e contenuti inadeguati, rendendo la piattaforma una libera piazza dove, sostanzialmente, ognuno può fare e dire quel che vuole. E non può che venire in mente il nome dell’ex Presidente Donald Trump, oscurato da Twitter, il quale però, stando alle ultime dichiarazioni, avrebbe manifestato la volontà di restare sull’attuale piattaforma Truth.

Di certo questi cambiamenti, se per qualcuno rappresentano una giusta “crociata anticensura”; per altri stringono la mano alla proliferazione di contenuti inadeguati e violenti che potrebbero non essere sottoposti ad adeguato controllo.

E sono in molti a interrogarsi sull’impatto che Musk avrà sulla società, anche i dipendenti di Twitter sono preoccupati dalla volontà del miliardario-visionario di voler smantellare le politiche di moderazione dei contenuti e, soprattutto, di voler procedere con il delisting della società, sottraendola ai riflettori pubblici e lasciando a Musk mano libera su come procedere.

I ripetuti contatti degli ultimi giorni con i componenti del CDA hanno rimosso gli ultimi ostacoli,  spianando la strada all’intesa definitiva, con la quale Musk diventa un ‘barone dei social’ pronto a rivoluzionare il settore così come ha fatto con l’industria automobilistica.