Viso pulito e rilassato, occhi perforanti azzurro cielo, spirito allegro e collaborativo. È rilassante guardare Francesca al lavoro perché non perde mai la calma, consapevole che ha dalla sua creatività, entusiasmo e spirito di squadra.

In team le idee prendono il volo

“Che bello fare parte di un team! Il lavoro assume tutto un altro sapore! Sono nell’ufficio marketing di Micso da circa due anni, i miei compiti riguardano soprattutto la grafica della comunicazione aziendale, che può includere campagne, manifesti, flyer, social, allestimento fiere ed eventi particolari.

I progetti sono sempre diversi e per questo anche i confini delle mie competenze sono sempre sfumati, a seconda delle esigenze e dei soggetti coinvolti, ma è proprio questo il bello! Fare ogni volta una cosa diversa dalla precedente è un motore di crescita (e di curiosità) incredibile. Per non dimenticare nulla organizzo il lavoro per scadenze, alcune settimanali, altre di più lunga portata, distribuendo il mio tempo ogni giorno su due o più progetti, così da essere allineata e mantenere l’elasticità mentale. Mi aiuta tanto confrontarmi con i colleghi. Ora ad esempio per la cantina Rosarubra (una della aziende del gruppo Micso) stiamo lavorando molto con la Cina, per delle nuove etichette di vino specifiche per il mercato cinese. È esaltante, e il lavoro in team amplifica questo arricchimento. Sono l’ultima ad essere entrata nell’ufficio marketing, e ho sempre trovato grande disponibilità e ascolto dai miei compagni di progetto, in particolare dalla mia collega Lorenza e del mio supervisor Federico. Se sono cresciuta in questi anni devo sicuramente moltissimo anche a loro, e a Pierluigi, il mio capo, che mi ha buttato subito “nella mischia” senza paura! Una cosa da non dare per scontata.

Per Micso invece, di recente, ho dato sfogo a quella che è una mia passione da sempre: l’animazione, oggi condotta con tecniche sempre più sofisticate. Creare il video per Micso Angels mi ha permesso di confrontarmi con una tecnica che va evolvendosi di continuo. Oggi è possibile coordinare il labiale, pilotare la marionetta, fare in modo che agisca replicando i movimenti umani, con un altissimo tasso di fluidità e credibilità. Credo possa avere sempre più spazio nella comunicazione del futuro. La capacità di immedesimazione che può generare un pupazzo animato è molto più ampia e democratica di quella umana: ognuno può vedere il personaggio come uno specchio, senza quella inevitabile competizione che, nei milioni di video postati ogni giorno sui social, ti fa dire: “vorrei essere così…” o, al contrario, “sono meglio di così”, in una continua gara a chi “funziona” di più. Il cartone è rilassato, sincero, diretto. Non vuole insegnare, solo mostrare, e sveglia il nostro bambino interiore.

Per me questo è importantissimo. Sono una “bimba Disney”, cresciuta a pane e cartoni, ancora affascinata da quel mondo colorato e rassicurante! E proprio i colori hanno avuto un effetto magnetico su di me, portandomi a fare istintivamente molte scelte della mia vita.

D’altra parte sono una grafica!

Ricordo benissimo anche il momento in cui, a 6 anni, sono rimasta incantata dal giallo e dal rosso vividi di una bandiera fatta volteggiare da un uomo con destrezza. Era uno sbandieratore. Un’arte che vanta una tradizione molto forte nel mio paese, Lanciano, e che di lì a poco avrebbe fatto entrare anche me in un mondo che, allora non lo sapevo, non avrei mai più lasciato. Faccio parte degli Sbandieratori e Musici di Lanciano da oltre 12 anni, e oggi mi trovo anche nel Direttivo, curando la parte social e di comunicazione.

È davvero tanto tempo che porto quest’arte in giro per l’Italia con i miei compagni, con cui mi alleno due volte a settimana tutto l’anno! Sembra una disciplina meno impegnativa, in realtà necessita di allenamento costante: ci vogliono precisione millimetrica e grande coordinamento di squadra per mettere in scena le coreografie, composte di evoluzioni personali (movimenti con le bandiere in mano) miste a lanci a scambio con i compagni.

C’è un tale senso di comunità, di rispetto, di appartenenza tra di noi, qualcosa che ci lega al di là del tempo che passiamo insieme e dello spazio condiviso, che oggi non potrei davvero farne a meno. Gli sbandieratori per me rappresentano una famiglia. E indovinate qual è la cosa che più di tutte mi ha insegnato questa famiglia? Si tratta della mia più grande skill: il lavoro in Team.

Tra gli sbandieratori, come in ufficio, devi essere sensibile al lavoro degli altri, perché un tuo errore, ritardo o imprecisione può compromettere le azioni di tutti rovinando l’intero spettacolo.

Esattamente al contrario dell’individualismo sfrenato, dove si sgomita per arrivare primi, qui si arriva primi insieme. Non male per un po’ di tessuto che volteggia nel cielo, no?”