Molti di noi ricorderanno l’improvviso messaggio apparso il 7 Gennaio 2021 all’apertura di WhatsApp: l’obbligo di accettare nuove condizioni d’uso, o rinunciare all’utilizzo della popolarissima app di instant messaging.
Non è un caso che nelle sole 72 ore successive Telegram abbia registrato un vertiginoso boom di nuovi utenti (25 milioni). Similmente, nei giorni tra il 12 e il 14 Gennaio 2021, il numero di installazioni di Signal riportato da Google Play è salito da 10 a 50 milioni.
Si è trattato probabilmente del più eclatante fenomeno di migrazione digitale della storia dell’informatica.
Tra chi è più radicale e sensibile al tema della sicurezza, e chi magari è disposto ad accettare piccoli compromessi sulla propria privacy, il dato di fatto è che ad oggi c’è una notevole dispersione degli utenti tra varie piattaforme di messaggistica.
“Dimmi che app usi, e ti dirò chi sei” potrebbe essere il motto.
Tuttavia, per molti utenti l’abbandono completo di Whatsapp non è un’opzione, perché si è riluttanti a perdere contatti con amici e parenti che, per vari motivi (magari più tecnologici che ideologici), non vogliono cambiare abitudine.
C’è dunque un problema di fondo: le varie piattaforme sono isolate tra loro. Per comunicare con una persona che usa una certa app, siamo costretti anche noi a crearci un account su quell’app!
Ed è qui che entra in gioco Matrix!
Matrix è un protocollo open source (le cui specifiche sono dunque liberamente accessibili a chiunque), nato nel 2014 con la missione di unificare vari software di comunicazione, non solo chat online ma anche, ad esempio, il VoIP o la videofonia.
Interoperabilità è dunque la parola chiave: la possibilità di superare gli ostacoli tecnici che derivano dall’obbligo di usare app specifiche per le rispettive piattaforme.
Ma visto che Matrix (o [matrix], come spesso viene indicato) è solo un protocollo, cosa devono fare gli utenti finali per usarlo? È necessario installare app aggiuntive?
Esiste un’infinità di app che “parlano il linguaggio Matrix”: ciascuno è libero di usare quella che preferisce. Element è la più diffusa; qui è possibile trovarne tante altre.
Ma la vera essenza di Matrix sta nei suoi molteplici bridge (ponti), ossia programmi di fatto che compiono la magia di far comunicare trasversalmente utenti di molteplici app: Whatsapp, Telegram, Signal, e moltissime altre!
Per aver un’idea di quante e quali possibilità vi siano, diamo uno sguardo a questa immagine presente sul sito ufficiale:
Ma come avviene, tecnicamente, la comunicazione tra piattaforme diverse?
Esistono vari metodi, quello preferito è l’utilizzo di account fittizi, detti in gergo puppets (marionette),che possiamo creare sulle due (o più) app di messaggistica che vogliamo far comunicare tra loro. In un certo senso, è come se fossero degli “origlioni” digitali la cui funzione è registrare e inoltrare i messaggi che transitano tra le varie piattaforme.
Tutto sta, dunque, a scegliere che tipo di integrazione si intende realizzare, quali “mondi” mettere finalmente in comunicazione, e scegliere il giusto bridge.
Non sarebbe bello, ad esempio, creare un gruppo che racchiuda utenti “misti”, ossia utenti che usano solo Whatsapp e utenti che usano solo Telegram? Grazie al bridge Matterbridge (uno degli innumerevoli ponti sviluppati, compatibile sia con WhatsApp che con Telegram), questo è possibile!
La configurazione iniziale del bridge non è certamente un’operazione alla portata di tutti: l’aiuto di un amico smanettone è essenziale. Ma, una volta creato e configurato il bridge che ci interessa, potremo beneficiare di un grandissimo vantaggio: chattare con tutti i nostri contatti (anche quelli che usano piattaforme diverse dalla nostra), senza dover rinunciare all’utilizzo della nostra app di sempre!
L’ecosistema Matrix è in continua evoluzione e non è escluso che in futuro vengano create soluzioni di più immediato utilizzo.
Nel frattempo, cosa aspetti? Entra anche tu in… [matrix]!